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Fallo da Te

Lavori di Casa da Fare da Soli

Come Creare una Compostiera Fai da Te​

Hai mai guardato il secchio dell’umido e pensato: “Possibile sprecare tutto questo ben di Dio?” Con una compostiera fai da te trasformi gli scarti in oro per il tuo orto e le tue piante. Non servono attrezzi speciali, solo qualche dritta, un po’ di manualità e la voglia di chiudere il cerchio in casa. Pronto a mettere le mani… nel futuro terriccio più profumato che ci sia?

Indice

  • Perché costruire una compostiera in casa?
  • Che tipo di compostiera vuoi?
  • Materiali e attrezzi: cose semplici e reperibili
  • Progetto 1: compostiera da giardino con pallet
  • Progetto 2: bidone forato economico
  • Progetto 3: vermicompostiera per balcone
  • Dove posizionarla e come impostare le dimensioni
  • Cosa mettere dentro: la ricetta che funziona
  • Avvio, gestione e aerazione: le prime settimane
  • Problemi comuni e soluzioni rapide
  • Tempi di maturazione e come riconoscere il compost pronto
  • Come usare il compost nel tuo orto e in vaso
  • Manutenzione stagionale e piccoli upgrade
  • E se abito in appartamento? Trucchi per balconi e piccoli spazi
  • Domande ricorrenti in poche righe
  • Una parentesi sul rapporto “verde/marrone”
  • Piccola checklist prima di iniziare
  • Conclusioni

Perché costruire una compostiera in casa?

La risposta breve? Perché conviene. La risposta lunga? Perché riduci i rifiuti, risparmi sull’acquisto di terriccio e fertilizzanti, migliori la struttura del suolo e dai una mano all’ambiente. È un sistema semplice: ciò che esce dalla cucina rientra nel terreno, senza viaggi inutili.

C’è anche un gusto speciale nel farlo da sé. È come mettere a lievitare il pane: mescoli ingredienti umili e, con il tempo, ottieni qualcosa di vivo e utile. Il compost non è solo “terra”. È un concentrato di vita microbica che nutre radici e trattiene acqua. Chi coltiva in vaso se ne accorge subito: i rinvasi durano di più, le piante reggono meglio il caldo e la terra non si “cementa”.

In più, una compostiera fatta con le tue mani racconta una storia. Ogni tavola, ogni foro, ogni accorgimento nasce da un’idea. E la soddisfazione, lo sai, vale più del costo dei materiali.

Che tipo di compostiera vuoi?

Prima di prendere trapano e viti, chiediti: dove la metto? Quanto spazio ho? Quante bucce produco a settimana? Da queste risposte nasce la scelta giusta. In generale esistono tre famiglie che funzionano in quasi tutte le case.

  • Compostiera da giardino (pallet, tavole, rete metallica): capiente, ben aerata, facile da girare. Ideale se hai cortile o orto.
  • Bidone forato (plastica rigida con coperchio): economico, compatto, perfetto per chi vuole iniziare senza grandi lavori.
  • Vermicompostiera (con lombrichi): adatta anche al balcone; lavora a basse temperature e produce humus finissimo e “tè di compost”.

Quale scegliere? Se hai spazio, la compostiera in legno è la più “permissiva”. Se vivi in appartamento, la vermicompostiera è una piccola magia quotidiana. Il bidone forato è la via corta: spendi poco, impari le basi e poi, se vuoi, fai upgrade.

Materiali e attrezzi: cose semplici e reperibili

Non serve un laboratorio. Puoi partire con ciò che trovi in brico, mercatini dell’usato o in cantina. Vanno benissimo tavole di recupero, pallet in buono stato, una rete zincata a maglia stretta, un bidone robusto con coperchio. Per gli attrezzi ti bastano seghetto, trapano/avvitatore, qualche punta da legno e da metallo, graffatrice manuale, forbici da lamiera o tronchesi, occhiali protettivi e guanti.

Per orientarti, ecco tre “liste della spesa” base, una per progetto. Scegli la tua e vai tranquillo.

  • Giardino (pallet): 3–4 pallet integri, viti da legno 4–5 cm, squadrette metalliche, cerniere per lo sportello, rete metallica a maglia 1 cm per il fondo, telo traspirante o cartone per coprire.
  • Bidone forato: 1 bidone da 70–120 litri con coperchio, punteruolo o punta a tazza, mattoncini o blocchetti per rialzo, due cinghie per fissare il coperchio se c’è vento.
  • Vermicompostiera: 3–4 cassette impilabili (o secchi con coperchio), rete fine anti-insetto, viti e distanziali, rubinetto o foro sul fondo della vasca di raccolta, 500–1000 lombrichi Eisenia (da fornitori o amici compostatori).

Progetto 1: compostiera da giardino con pallet

È la regina delle compostiere fai da te. Spaziosa, arieggiata, stabile. E sì, si costruisce in un pomeriggio se hai già tutto pronto.

Struttura e dimensioni consigliate

Punta a un cubo di circa 80–100 cm per lato. Meno, e il cumulo fatica a “scaldarsi”. Di più, e diventa scomodo da gestire. Tre pareti fisse e una frontale apribile sono l’equilibrio giusto tra solidità e praticità.

Montaggio passo passo

Disponi tre pallet a “U” su un fondo drenante. Terra battuta va benone; se il suolo è argilloso, stendi uno strato di ghiaietta. Collega i pallet con viti lunghe e squadrette agli angoli per irrigidire. Se vuoi fare un lavoro pulito, aggiungi due paletti di sostegno agli spigoli posteriori.

Fissa al fondo una rete metallica a maglia fine. A cosa serve? A far entrare l’aria e, insieme, a tenere lontani roditori curiosi. Per lo sportello frontale usa un quarto pallet o tavole rimontate a “serranda”, con cerniere e un gancio. Così carichi dall’alto e prelevi il compost maturo dal basso. Se piove spesso, metti un coperchio leggero: un telaio con tavole, oppure un pannello in policarbonato inclinato. L’importante è che l’acqua non ristagni ma l’aria passi.

Dettagli che fanno la differenza

Lascia fessure da 1–2 cm tra le tavole. Quelle fessure sono il “respiro” del cumulo. Se l’aria manca, il compostaggio rallenta e nascono odori. Aggiungi un listello centrale al lato frontale per trattenere i materiali quando apri lo sportello. E tieni vicino una forca o un aeratore a spirale: ti servirà per mescolare.

Progetto 2: bidone forato economico

Qui il bello è la velocità. Con un bidone robusto e una punta si fa tutto. È compatto, si nasconde sul retro della casa e avvia il compostaggio senza lavori di falegnameria.

Come prepararlo

Pratica fori da 8–10 mm su fianchi e coperchio, a distanza di una mano l’uno dall’altro. Non lesinare: meglio qualche foro in più che in meno. Sul fondo fai una decina di fori più piccoli per lo scolo e alza il bidone su mattoni, così l’aria passa e l’acqua in eccesso defluisce.

Per evitare che gli scarti o eventuali insetti escano dai fori laterali, rivesti internamente con rete fine (tipo zanzariera metallica) e fissala con colla a caldo o fascette. All’interno stendi il primo strato “marrone”: rametti, cartone non stampato spezzettato, foglie secche. Poi alterna strati di scarti di cucina e materiali secchi. Chiudi il coperchio, ma non sigillare: serve respiro.

Come si usa al meglio

Carica poco e spesso, più o meno come si rifornisce un piccolo forno. Ogni settimana scuoti il bidone o mescola con un bastone. Se vivi in una zona calda, controlla l’umidità: la massa deve ricordare una spugna ben strizzata. Troppo bagnato? Aggiungi cartone; troppo secco? Nebulizza acqua e mescola.

Progetto 3: vermicompostiera per balcone

Non hai giardino? Nessun problema. I lombrichi rossi californiani (Eisenia) trasformano gli scarti in humus in silenzio, senza odori, anche in un angolo del terrazzo.

Architettura semplice

Immagina quattro vasche impilate. In basso la vasca di raccolta, sopra 2–3 vasche “operative” con fori sul fondo. Gli scarti entrano nella vasca più alta; quando si riempie, la sposti sotto e continui a caricare nella successiva. I lombrichi migrano sempre verso il cibo fresco. Sul fondo della vasca di raccolta puoi installare un piccolo rubinetto per prelevare il “tè” (da diluire molto per le piante).

Avvio e gestione

Prepara un letto morbido con cartone umido, fibra di cocco o foglie. Aggiungi i lombrichi e lasciali ambientare qualche giorno. Inizia con piccole quantità di scarti tritati: fondi di caffè, bucce sottili, scarti di frutta non agrumi in eccesso. Copri sempre con un velo di materiale secco. In inverno proteggi dai geli, in estate ombreggia. È un ecosistema che lavora a ritmo costante, non ha bisogno di essere “girato”, ma gradisce tranquillità e umidità stabile.

Dove posizionarla e come impostare le dimensioni

La compostiera ama la mezz’ombra. Troppo sole la asciuga, troppa ombra la raffredda. Scegli un punto riparato dal vento, su terreno drenante. Lontano dal confine? Dipende dal buon senso e dal rapporto con i vicini: se la gestisci bene, non emana odori sgradevoli. Anche l’orecchio conta: evita i luoghi di passaggio se temi moscerini di stagione.

Quanto grande dev’essere? Pensa al volume di scarti. Per una famiglia di 2–4 persone, un metro cubo è una misura comoda in giardino; in balcone bastano 40–60 litri per iniziare. Ricorda: la massa critica aiuta il processo, ma la praticità viene prima. Meglio una compostiera un po’ più piccola che giri spesso, che un monolite ingovernabile.

Cosa mettere dentro: la ricetta che funziona

Qui sta il “segreto” del compost. È una ricetta semplice: bilancia materiali ricchi d’acqua e azoto (verdi) con materiali fibrosi e carboniosi (marroni). Se butti solo scarti umidi, il cumulo collassa e puzza. Se metti solo foglie secche, non succede nulla.

  • Verdi: scarti di frutta e verdura, fondi di caffè, foglie fresche, erba tagliata appassita, gusci d’uovo pestati, bustine di tè (senza graffette).
  • Marroni: foglie secche, paglia, cartone non patinato a pezzi, carta da cucina non stampata, trucioli di legno non trattato, segatura in piccole quantità, rametti.

Cosa evitare? Carne, pesce, latticini in grandi quantità, oli e salse. Meglio non esagerare con gli agrumi e con la polvere dell’aspirapolvere. I sacchetti “compostabili” domestici spesso sono lenti: se li usi, spezzettali. E quando non sei sicuro… chiediti: “Questo si decompone senza lasciare residui strani?” Se la risposta è sì, probabilmente va bene.

Un’ultima dritta: alterna strati sottili. Immagina un panino: un dito di scarti umidi, uno di secchi, e via così. Innaffi solo se la massa è asciutta. L’obiettivo è la famosa consistenza da spugna strizzata.

Avvio, gestione e aerazione: le prime settimane

All’inizio il cumulo è come un motore freddo. Ha bisogno di ossigeno e di un po’ di volume. Carica a piccoli passi per una settimana, mescola, controlla l’umidità. Se vuoi accelerare, aggiungi una palata di terra o compost maturo: porta microbi “starter” e aiuta a colonizzare.

Mescola ogni 7–10 giorni. Non serve rivoluzionare tutto: bastano fori verticali con l’aeratore o con un bastone robusto. Se vedi vapore nelle mattine fredde, è un buon segno: la massa lavora. Se invece è piatta e fredda, aggiungi materiale “verde” e mescola.

E l’odore? Deve ricordare il bosco dopo la pioggia. Se senti ammoniaca o note acide, qualcosa non va. Non spaventarti: quasi sempre si risolve con un po’ di “marrone” in più e qualche giro d’aria.

Problemi comuni e soluzioni rapide

Capita a tutti. La compostiera è viva, e ogni tanto fa i capricci. L’importante è leggere i segnali e rispondere con calma.

  • Odore forte: troppi “verdi” o poca aria. Aggiungi cartone e foglie, mescola, apri per 24 ore.
  • Moscerini: strati umidi esposti. Copri sempre gli scarti freschi con “marrone”; se serve, stendi un telo traspirante.
  • Cumulo bagnato e compattato: aggiungi rametti o potature sminuzzate, crea canali d’aria con un palo, rialza la base.
  • Cumulo secco: nebulizza acqua e mescola. Evita di versare secchiate: si creano zone fradicie e zone aride.
  • Formiche: cumulo troppo secco. Porta l’umidità a livello “spugna”, mescola, richiudi.
  • Topolini curiosi: rete metallica al fondo e coperchio ben fissato; evita scarti di cucina interi, meglio tritarli.

Detto questo, non cercare la perfezione. Il compostaggio domestico perdona molto. Gli aggiustamenti contano più delle formule rigide.

Tempi di maturazione e come riconoscere il compost pronto

La domanda che arriva sempre è: “Quanto ci mette?” Dipende da clima, materiali e cura. In stagione calda, con un cumulo ben fatto, 3–4 mesi possono bastare. In inverno, i tempi si allungano. In media, tra 4 e 9 mesi ottieni un prodotto maturo.

Come riconoscerlo? È scuro, omogeneo, friabile. Ha odore di sottobosco. Non vedi più bucce o foglie riconoscibili, se non qualche frammento di rametto. Se sei incerto, fai la “prova del sacchetto”: chiudi una manciata di compost umido in un sacchetto per due giorni. Apri e annusa. Se profuma di terra e non di acido, ci siamo.

Se vuoi rifinire, setaccia con una rete a maglia 1 cm. Le parti grossolane tornano in cima come “strutturante” per il prossimo ciclo. Nulla si butta.

Come usare il compost nel tuo orto e in vaso

E adesso la parte più piacevole: usarlo. In piena terra spargilo a fine inverno o inizio autunno e incorporalo leggermente con una zappa. Non serve esagerare: 2–3 kg per metro quadrato fanno già una bella differenza. Come concimazione di copertura, in primavera distribuiscilo attorno alle piante per creare una sottile pacciamatura che nutre e protegge.

Nei vasi mischialo al terriccio. Una ricetta che funziona? Un terzo di compost maturo setacciato, due terzi di substrato di qualità. Per le semine delicate meglio limitarsi al 10–20% setacciato molto fine, così eviti di caricare troppo sali e mantieni la struttura soffice.

Gli alberi da frutto gradiscono una conca di compost alla base. Gli ortaggi “voraci” come pomodori e zucchine sorridono con un’aggiunta a trapianto e una a metà ciclo. E le piante ornamentali? Usalo come top dressing primaverile: uno strato sottile, una leggera zappettatura, e via.

Manutenzione stagionale e piccoli upgrade

Ogni stagione suggerisce un gesto. In autunno approfitta delle foglie: sono l’oro marrone del compostatore. Accatastale asciutte al riparo; ti serviranno tutto l’anno per bilanciare gli scarti umidi. In inverno copri bene il cumulo con cartone o un telo traspirante per trattenere calore e umidità. In estate ombreggia e irrora con buon senso, come faresti con un’aiuola.

Vuoi migliorare la compostiera? Aggiungi una seconda camera per la maturazione: carichi nella prima, lasci finire il processo nella seconda. Installa uno sportello basso per prelevare più comodo il compost maturo. Inserisci tubi forati verticali come “camini” d’aria se il cumulo è grande. Piccoli ritocchi, grandi benefici.

E se abito in appartamento? Trucchi per balconi e piccoli spazi

La vermicompostiera è la scelta naturale, ma puoi anche provare il bokashi come pre-trattamento in cucina: fermenta gli scarti in un secchio sigillato con crusca inoculata; poi finisci la maturazione in un vaso grande con terriccio, sul balcone. Funziona bene d’inverno quando i lombrichi rallentano. E per gestire gli odori? Semplice: copri sempre gli scarti con materiale secco, tieni le superfici pulite, e lavora di piccoli carichi regolari.

Un’altra idea? Mini compostiera da 30–40 litri con bidone forato elegante, rivestito in legno, da tenere in un angolo ombreggiato. Non sembra nemmeno una compostiera e fa il suo dovere.

Domande ricorrenti in poche righe

Posso compostare i fondi di caffè? Certo. Sono ottimi, ma non farne la base del cumulo. Mischiali con foglie e cartone.

E gli agrumi? Sì, senza esagerare e ben spezzettati. In vermicompostiera vai piano: l’acidità può disturbare per un po’.

I gusci d’uovo servono? Sì, come correttivo di lungo periodo. Pestali bene: interi si vedono per mesi.

Cartone e carta? Vanno benissimo se non sono patinati o stampati con inchiostri strani. Spezzetta e inumidisci un filo.

Odori e vicinato? Una compostiera gestita bene non puzza. Se senti odori, aumenta i “marroni”, arieggia e copri gli strati freschi.

Una parentesi sul rapporto “verde/marrone”

Hai letto in giro numeri complicati? Tranquillo: non devi pesare nulla. Tieni questa immagine: per ogni “ciotola” di scarti di cucina aggiungi una ciotola abbondante di materiale secco. Se l’erba è molto bagnata, raddoppia il secco. Se il cumulo si asciuga, torna a caricare di verde e nebulizza. È come cucinare: assaggi, aggiusti, ti fidi dell’occhio.

Piccola checklist prima di iniziare

Non amo le liste lunghe, ma una breve ti salva tempo. Leggila come un promemoria da banco da lavoro.

  • Posto scelto in mezz’ombra, fondo drenante.
  • Struttura con fessure d’aria, rete al fondo se serve.
  • Scorta di materiale “marrone” pronta all’uso.
  • Primo strato strutturante (rametti/cartone), poi alternanza regolare.
  • Attrezzo per mescolare a portata di mano.
  • Coperchio o telo traspirante contro piogge e sole forte.

Conclusioni

Costruire una compostiera fai da te non è un’impresa da manuale d’officina. È un progetto alla portata di chiunque, che cresce con te. Parti semplice, osserva, correggi il tiro. In poche settimane vedrai il cumulo cambiare faccia e, quando affonderai le dita in quel compost scuro, ti chiederai perché non l’hai fatto prima.

Vuoi un aiuto in più? Dimmi che spazio hai e che materiali trovi facilmente: ti preparo uno schema taglia-e-metti su misura, con misure e tagli pronti. E se la costruisci questo weekend, fammi sapere com’è andata: foto, dubbi, soddisfazioni. La tua compostiera è già a un giro di vite da te.

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Written by · Categorized: Fai da Te

Alessandro Sarti

About

Alessandro ha sempre avuto una passione per il lavoro manuale. Cresciuto in un ambiente in cui il fai da te era la norma piuttosto che l'eccezione, ha appreso da giovane l'arte di riparare, costruire e creare. Questa passione per il lavoro manuale si è poi evoluta in una professione a tempo pieno, permettendogli di dedicarsi a tempo pieno a ciò che apprezza, aiutare gli altri a capire e a migliorare la loro casa.

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